La Xilografia

    La Xilografia è una delle primissime tecniche di stampa, già usata dal popolo copto per la decorazione delle stoffe, in Egitto tra il IV e il VII secolo.
    La Xilografia altro non è che l’arte di incidere su legno al fine di ottenere una matrice che imprime su un supporto di carta, pergamena o stoffa, l’immagine che vi è stata precedentemente incisa. Il procedimento è il seguente, su una tavoletta di legno vengono disegnate le linee che compongono l’immagine e mediante l’uso di sgorbie, bulini e lame taglienti in generale, incidendo viene asportato il legno circostante le linee in modo da isolarle e renderle in rilievo. In questo modo si crea un cliché il quale viene inchiostrato con un rullo e successivamente pressato sul materiale da stampare.
S. ZACCARIA  Xilografia su carta di Hans Holbein il giovane (1497-1543) Area tedesca prima metà del XVI secolo.

S. Zaccaria
Xilografia su carta di Hans Holbein il giovane (1497-1543)
Area tedesca prima metà del XVI secolo.

    Con l’avvento della Xilografia può iniziare la vera storia del santino e con essa abbiamo la prima diffusione dei santini che a differenza delle miniature non sono più pezzi unici ma si produce e stampa in serie. Infatti se questa tecnica ebbe inizio nei monasteri, molto presto anche piccoli imprenditori si appropriarono della xilografia per la produzione e soprattutto la vendita delle incisioni. Crebbero così vere e proprie “botteghe” dove si disegnava, incideva, stampava e successivamente si colorava (gli ormai scomparsi Briefmaler ossia Pittore-Lettera) e si esportava in tutta Europa.
    Non mancavano i soggetti a carattere profano (famose le riproduzioni su carte più spesse delle carte da gioco) ma principalmente il soggetto era di carattere sacro prendendo ispirazione molte volte dalle precedenti miniature.
    Le più antiche xilografie sono spesso di formato assai più piccolo del consueto e il più delle volte venivano colorati a mano o “a mascherina” in modo molto approssimativo da mani più giovani, con i colori naturali dell’epoca, arancio, rosso, verde, ocra e blu. Oltre che nei libri di preghiere i santini xilografici venivano messi nei bauli di viaggio (funzione scaramantica, contro i furti o gli smarrimenti) o inchiodati nelle case e nelle stalle, a protezione dei luoghi suddetti.
S. AGATHA V. M. (S. Agata) Xilografia su carta. Italia, metà del XVII secolo

S. AGATHA V. M. (S. Agata)
Xilografia su carta. Italia, metà del XVII secolo

    La xilografia pur con l’avvento di altre e più sofisticate tecniche di incisione, sopravviverà e si evolverà fino agli inizi del XIX secolo ad opera degli editori francesi operanti ad Epinal (in Francia) che produssero varie xilografie molto semplici ed acquerellate a mano. Oggi si cerca di ritrovare il fascino delle vecchie xilografie riproducendone la tecnica, non si utilizza più solamente il deperibile legno, ma si usano materiali più resistenti quali il linoleum, il medium density o altri materiali simili.
    Le più antiche xilografie pervenuteci sono la Madonna di Bruxelles (1418) ed in Italia la Madonna del Fuoco conservata nel Duomo di Forlì (1429).