Monocromo al bromuro

      I Santini in monocromo al bromuro sono prodotti nel periodo di profonda crisi economica che affligge l’Europa nell’intervallo tra le due guerre.

      Il termine “monocromo” sta a significare l’utilizzo di un solo colore per l’impressione dell’immagine e “bromuro” per la tecnica usata per la creazione dell’immagine stessa, basata sull’uso dell’argento e del bicromato di potassio

     Questa tecnica nasce nei primissimi anni del Novecento; nel 1904 G.E.H. Rawlins pubblica un articolo su questo processo e nel 1907 E.J. Wall descrive in modo teorico come ottenere copie in bromuro d’argento da un immagine in negativo. Successivamente C. Piper fa un passo avanti rendendo pratica questa teoria, rendendo fruibile la tecnica al bromuro.

     Il processo è relativamente semplice; la stampa viene realizzata su una carta rivestita con un sottile strato di gelatina sensibilizzata con sali bicromati. Con l’esposizione della carta alla luce sul composto, l’argento e bromuro si ionizzano, generando una immagine sulle parti negative; successivamente viene immerso in un composto acqueo e le parti che non sono state indurite (che sono idrofile) permettono l’applicazione di un inchiostro litografico con olio di base.

     L’effetto lucente è dato proprio dal maggiore assorbimento degli oli presenti nell’inchiostro litografico.

     Ed è in questo punto che, nonostante si tratti relativamente di una fotografia, la mano dell’artista è ancora fondamentale nella stesura finale dell’immagine, apportandone le dovute modifiche e gli ultimi ripensamenti, togliendo o aggiungendo interi oggetti, cambiando a piacere gli sfondi o modificando i contrasti delle tonalità.

     Questa tecnica iniziata intorno agli anni ’20 persiste fino agli anni ’60, anche se con una evidente differenza verso la fine degli anni ’30 quando i santini presentano le immagini non più ricche di sfondi e colore argenteo ma con un uso molto ponderato ed elementare dello stesso, questo perché la ripresa economica permette il ritorno ad una produzione di santini non più monocolori e i santini in monocromo al bromuro vengono relegati ad una fetta di produzione più economica, destinata a ceti meno abbienti o meno esigenti.

     Purtroppo i santini in monocromo al bromuro, data la scarsa qualità del supporto cartaceo e del grasso con cui il colore viene fissato, si presentano non in buono stato di conservazione e tendono ad accartocciarsi  e in alcuni casi a piccole perdite di colore in alcune zone.

     Molte sono le case editrici degli anni ’30 che producono i santini in monocromo al bromuro, fra le molti ricordiamo: AR, NB, FB, EB ed Egim.